Facebook firma la pace con il fisco globale

Un vivace dibattito, negli ultimi mesi, aveva polemicamente messo sotto i riflettori i giganti dell'Information Technology mondiale, ossia Google, Facebook, Amazon e simili, i quali, per la loro operatività stessa di natura globale, sfuggivano per definizione alla pressione fiscale di ogni stato del mondo, salvo di quello in cui avevano scelto, surrettiziamente, di porre una sede.
Facebook oggi sorprende tutti con un unilaterale decisione: quella di contabilizzare i guadagni su base nazionale, che saranno così soggetti ciascuno al fisco del Paese di appartenenza, rispondendo positivamente alle richieste formulate essenzialmente dai paesi dell'Unione Europea.

Lingua: 
Italiano

Aspettiamo a cantare vittoria

L'annuncio della "resa" al fisco di Facebook ha subito suscitato reazioni di entusiasmo da parte dei responsabili degli esattori contabili, ma, in realtà, fatta la legge, trovato l'inganno: se il meccanismo di contabilizzazione è controllato esclusivamente dall'azienda, è molto probabile che il grosso delle operazioni saranno svolte, guarda caso, proprio nei paesi a tassazione più favorevole. In questo modo, dopo essersi mostrata conciliante e rispettosa delle istanze presentate dai paesi di mezzo mondo, mi pare probabile che Facebook si sia così guadagnata una sorta di intoccabilità "senza più nulla a pretendere".