Videocracy: controinformazione o disinformazione?

Nella puntata di ieri 1 Ottobre 2009, il programma televisivo Striscia la notizia ha rivelato in uno dei suoi servizi una grave inesattezza riportata all'inizio del discusso film "Videocracy" di Erik Gandini: l'ormai celeberrimo programma tv di spogliarello per casalinghe (da cui, come chiosa il narratore del film "tutto è cominciato"...) NON è andato in onda su una TV di Berlusconi.
In compenso, si mostrano alcuni altri incredibili filmati a contenuto erotico andati in onda, nello stesso periodo... sulla RAI. E non in tarda serata.

Riporto il collegamento al sito del programma, dove è possibile vedere il servizio ("Videocracy").

Lingua: 
Italiano

Non si può invalidare un documentario per una sola inesattezza

Premetto di non aver visto "Videocracy" e di conoscere quindi i contenuti del documentario solamente attraverso quel che in merito si è scritto sui giornali e dai commenti di alcuni miei conoscenti che invece lo hanno visto.

Prendo atto dell'inesattezza acciuffata da "Striscia la Notizia", così come prendo atto delle trasmissioni RAI, del '78 e dintorni, con contenuti opinabili per una televisione pubblica.

Tuttavia credo che 85 minuti di documentario non possano essere invalidati da una o al massimo un paio di piccole inesattezze; non si può puntare il dito contro la pagliuzza inesatta, dimenticando la trave di verità proprio lì accanto.

Al contrario, mi appare tendenziosa la sequenza di servizi di "Striscia", che prima segnala (giustamente) l'inesattezza del documentario e poi sposta l'attenzione dalle reti Mesiaset alle reti RAI. Sembrerebbe un tentativo ben architettato per: distogliere l'attenzione del pubblico dalla questione Berlusconi, prima; e concentrarla su altri scandali, poi.

Conclusione: ho l'impressione che attualmente in Italia un po' tutta la stampa e i media siano tendenziosi, e che quindi la questione dell'indipendenza degli organi di informazione (attenzione non "libertà di informazione", ma "indipendenza dell'informazione dai poteri forti") sia reale.

Attenzione a non confondere spettacolo con informazione

Forse qualcuno potrebbe trovare di poco conto la precisazione fatta ieri da Striscia la notizia. O magari addirittura la solita "difesa d'ufficio" del fedele cane da guardia al suo padrone. Io sono rimasto piuttosto colpito dalla rivelazione, perché ritengo che o si fa dell'informazione, e allora ci si documenta con accuratezza e con il solo scopo di raccontare la realtà, o si fa dell'arte, dello spettacolo, e allora si è liberi di compiere i più spiccati voli pindarici.
Forse lo scopo del regista Erik Gandini era quest'ultimo; invece, ciò che lui ha ripotrato è stato preso per oro colato, e, come mostrato nel servizio, alcuni giornalisti hanno ripreso la notizia e attribuito quella trasmissione alle scelte editoriali di Berlusconi (affermazione peraltro mai fatta apertamente nel film), passando invece sotto silenzio quei video andati in onda sulla RAI di cui nessuno si ricorda più.
Per la precisione, allora, diciamo che quella famosa trasmissione era "Spogliamoci insieme", andata in onda su Tele Torino; l'emittente era all'epoca (1977-78) di proprietà della famiglia Rogirò, ed è stata solo successivamente acquisita da Berlusconi, nel 1980, entrando a far parte del circuito di Telemilano, ovvero la futura Canale 5.
I contenuti odierni delle televisioni di Mediaset sono sotto gli occhi di tutti e chiunque può giudicarli; quelli del passato un po' meno, quindi bisogna stare attenti a ciò che si dice. Dopo aver visto quegli spezzoni di "Stryx" e "C'era due volte", e ricordando anche "Colpo grosso", andato in onda si Italia 7, resta l'impressione che, contrariamente a quanto si allude in "Videocracy", forse se la televisione è diventata quel che è diventata non dovremmo pensare subito e semplicemente a Berlusconi, ma piuttosto ad una più profonda trasformazione dei tempi e della nostra società.