Il Governatore della Banca Centrale Europea Mario Draghi ha dichiarato essere giunto il momento che, se alcuni Paesi dell'Euro Zona si mostrano troppo timidi nell'intraprendere un serio percorso di riforme strutturali, l'Europa deve avere la possibilità di intervenire concretamente per emendarli. In altre parole, di ottenere finalmente potere politico, oltre che economico, sui singoli stati.

Non sempre in politica ciò che si dichiara corrisponde al vero, piuttosto al verosimile, al possibile, se non al palesemente falso. Ne offre un esempio Mino Fuccillo che, partendo dalla notizia della condanna di Silvio Berlusconi, mette alla berlina, con sagace ironia, la credibiltà dei politici italiani che vanno per la maggiore.

Il governo Letta ha appena varato degli incentivi per alleviare il problema della disoccupazione giovanile in Italia. Siamo sicuri che il nuovo provvedimento è in grado di intaccare strutturalmente (e quindi non transitoriamente) il problema?
Federico Batini, accogliendo con favore gli incentivi, eccepisce sul metodo di distribuzione degli stessi, proponendone un'altro.

Dalle pagine di Repubblica Stefano Rodotà fa eco a Gustavo Zagrebelsky (vedi http://zimonews.voidstar.altervista.org/dr/node/623) ribadendo la pericolosità (e, in base all'articolo 139, l'incostituzionalità) di una riforma costituzionale circa la forma di governo dello stato.
Secondo l'autore la proposta di riforma presidenzialista è in realtà un paravento dietro cui l'attuale classe politica nasconde la proprie incapacità ad affrontare i veri problemi dell'Italia.

Il 2 Giugno a Bologna in molti sono scesi in piazza in difesa della Costituzione. Gustavo Zagrebelsky, sostenitore della manifestazione promossa da Libertà e Giustizia, ne espone le ragioni.